“QuartodiLitro è una palestra di vita ed un’importante esperienza lavorativa, circondati da studenti della nostra età”.
Sono bastate poche parole a Simone, 23enne padovano, per descrivere a pieno l’associazione di cui è il team leader. Parole che fanno riflettere sulla necessità di mettersi in gioco e di andare oltre le lezioni universitarie.
J: Simone, raccontami chi siete e di cosa vi occupate?
S: Il Team QuartodiLitro, una delle associazioni studentesche dell’Università degli Studi di Padova: si occupiamo di progettare e realizzare un prototipo di moto da corsa, destinato unicamente ad uso sportivo.
Il nostro obiettivo è quello di partecipare e gareggiare alla Motostudent, una competizione internazionale tra Università che si svolge ogni due anni nel circuito di Aragòn in Spagna, in cui atenei da tutto il mondo si sfidano mettendo a frutto il duro lavoro ed i sacrifici fatti per arrivare fin qui. Nel 2018 si terrà la quinta edizione: le iscrizioni hanno visto un forte aumento di partecipanti sia per la categoria Petrol, quella dedicata ai motori a combustione interna per cui concorreranno 47 team, e sia per la versione elettrica per cui saranno presenti altri 27 atenei, per un totale di 74 team da tutto il mondo.
Per quanto riguarda il palcoscenico italiano, fino alla passata edizione gli unici rappresentanti italiani erano Torino, Brescia, Milano e ovviamente QuartodiLitro dell’Università di Padova.
J: Come nasce il nome QuartodiLitro?
S: Il nome QuartodiLitro è stato scelto in analogia alla cilindrata, in quanto il motore che ci viene fornito è un motore quattro tempi 250 cc di derivazione stradale, categoria nella quale la tradizione italiana, ed in particolare Aprilia, ha sempre spiccato nel campionato mondiale. A questo si aggiunge una buona dose di goliardia studentesca patavina: nei giorni vicini alla nascita del team era scoppiato il caso “Veneti ubriaconi” a seguito di una frase del giornalista Toscani. Abbiamo dimostrato di saper far altro!
J: Quando e come è nato QuartodiLitro?
S: Il team è nato nel 2014 dalla forte passione dei dottorandi che vivevano il laboratorio di Dinamica del Veicolo ed in particolare dalla volontà di uno studente che poi è diventato anche il primo team leader della nostra associazione: Umberto Saggio. Il progetto ha coinvolto con entusiasmo anche il professor Vittore Cossalter, dell’Università degli Studi di Padova, che ha accettato di seguirci nel ruolo di supervisore.
Il primo team era costituito da una trentina di studenti e durante la nostra prima partecipazione alla Motostudent siamo riusciti a classificarci terzi su 36 partecipanti. Siamo rimasti talmente soddisfatti del lavoro svolto che abbiamo deciso di non fermarci: nel 2018 parteciperemo al Campionato Italiano Velocità (CIV) con un’evoluzione della MotoStudent 2016.
Al momento QuartodiLitro è suddiviso in cinque reparti: meccanica, aerodinamica, elettronica, business e marketing.
La competizione, infatti, non è destinata solo ad ingegneri. La valutazione finale per decretare il team vincente si suddivide in due parti: una prima parte MS1, più di carattere teorico, durante la quale bisogna produrre un saggio di 150 pagine in cui bisogna descrivere e giustificare tutte le scelte di progettazione. Inoltre, a partire dal proprio prototipo, bisogna simulare una messa in produzione di 600 esemplari ad un costo massimo di circa 4500 euro. La produzione deve essere sostenibile dal punto di vista economico, ed è quindi supportata da un capitolo in cui è prevista la stesura di un business plan. Un altro capitolo a parte è destinato all’innovazione, la quale può essere direttamente implementata sul prototipo oppure solamente studiata all’interno del saggio tecnico. Tutte queste 4 categorie vanno a determinare il punteggio e, quindi, il vincitore dell’MS1.
L’MS2 riguarda invece, a seguito del superamento delle verifiche tecniche, tutte le prove pratiche su pista: test d’accelerazione, frenata, maneggevolezza su un percorso costituito da conetti, abilità dei meccanici (nel nostro caso studenti) nello smontaggio e rimontaggio delle carene nel minor tempo possibile. A questi primi test segue poi il week-end di gara vero e proprio con prove libere, qualifiche e gara.
J: Chi può entrare nel vostro team e quel è il periodo migliore per farlo?
S: Al nostro interno siamo principalmente ingegneri meccanici, dell’informazione, aerospaziali e studenti di economia. In realtà non abbiamo vincoli di facoltà di provenienza ma, dal momento che i due anni di tempo a disposizione per progettare e realizzare la moto per partecipare alla competizione sono pochi, non abbiamo il tempo materiale di insegnare le basi di meccanica ai nuovi entrati. Se però qualcuno ha un particolare interesse può comunque venire ad informarsi e decidere se partecipare al progetto.
In generale quello che chiediamo è massima disponibilità di tempo e molta passione. E’ un impegno in termini di tempo e di energie abbastanza importante, e quindi da non sottovalutare.
Il periodo migliore per far richiesta di entrare è nella fase di transizione tra la fine della competizione Motostudent e la creazione del nuovo team. Tale competizione si tiene ogni due anni nel mese di ottobre-novembre; il prossimo avvenimento sarà ad Ottobre 2018.
J: Perché consiglieresti a qualcuno di entrare?
S: Spesso sento dire che far parte di queste associazioni studentesche permette di mettere in pratica quello che si è studiato. Secondo me questo non è vero, almeno non del tutto. Quello che fai in aula infatti è una minima parte di tutto quello che sarà necessario sapere per lavorare all’interno di QuartodiLitro. Bisogna avere tanta voglia di imparare e di mettersi in gioco, andare a prendersi i libri ed iniziare a studiare, andando oltre a quello che viene insegnato quotidianamente tra i banchi dell’università.
Dal mio punto di vista entrare dentro la nostra associazione è veramente utile per capire se l’ambito per cui stiamo studiando ci piace anche nella pratica. In altri termini, dà la possibilità di anticipare in qualche modo l’entrata nel mondo del lavoro.
Sono dell’idea che pochi studenti a 23 anni abbiano avuto davvero la possibilità di progettare, per esempio, un telaio, vederlo realizzato e di vederlo gareggiare nel circuito di Aragòn che, non dimentichiamo, è un circuito in cui gareggia il mondiale MotoGP. Poter vivere, alla mia età, un week-end di gare in uno dei circuiti più importanti al mondo è un’esperienza che viene riservata a pochi. Tutto questo grazie a QuartodiLitro.
J: Quali aspettative avevi quando sei entrato e quali si sono realizzate?
S: Sarò sincero: quando sono entrato nel team QuartodiLitro due anni fa per partecipare alla nostra prima competizione le aspettative erano molto alte. Eravamo infatti abbastanza consci del potenziale che avevamo: il laboratorio di Dinamica del Veicolo dell’Università degli Studi di Padova è uno dei più importati in Italia. Siamo inoltre stati fortunati perché il prof. Cossalter è uno dei massimi esponenti nel campo, e questo ci ha aiutato molto e forse ci ha dato anche un piccolo vantaggio rispetto alle altre squadre.
J: A livello personale, cosa ti ha dato entrare nel team?
S: Come dicevo prima, entrare in questo team mi ha permesso di avvicinarmi molto alla realtà prima di entrare effettivamente nel mondo del lavoro. Oltre a farmi crescere professionalmente, mi ha permesso di crescere molto anche dal punto di vista personale e comportamentale. Per esempio, anche solo chiamare gli sponsor, discutere e risultare abbastanza convincenti da fare una buona impressione non è una cosa che si può imparare dai libri.
Tutto questo permette quindi di togliersi un alone di paura di non dover sbagliare: non sempre i problemi che si affrontano nella vita hanno soluzioni perfette, e non sempre c’è una soluzione come nei problemi che affrontiamo all’Università.
QuartodiLitro ti dà la possibilità di sbagliare prima di essere all’interno del mondo del lavoro, è una palestra di vita oltre che lavorativa, in cui si è sempre circondati da studenti della nostra età accomunati dallo stesso interesse e dalla stessa passione.