Il termine Project Management, così come lo intendiamo noi oggi, si è diffuso a partire dal 1942, quando Oppenheimer fu incaricato di gestire il “Progetto Manhattan”.
Nonostante il termine sia quindi relativamente recente, il ruolo del Project Manager è stato ricoperto da numerose figure nella storia che, seppur inconsciamente, hanno portato a termine progetti di grande complessità. Sono infatti note a tutti opere come le Piramidi Egizie e la Grande Muraglia Cinese. Si stima, per esempio, che per la costruzione di una singola piramide fossero impiegati più di centomila lavoratori per circa vent’anni.
Senza andare così lontano, non si possono di certo trascurare gli esempi portati dai Romani che, grazie ad un’ accurata gestione di tempo e risorse, hanno realizzato numerose opere degne dei migliori progettisti moderni come il Colosseo, l’Arena di Verona e gli acquedotti romani. Realizzare edifici così imponenti e gestire un numero così elevato di persone richiede sicuramente capacità organizzative e logistiche non inferiori a quelle dei moderni Project Manager.

Ma come siamo passati dai realizzatori delle piramidi egizie ai moderni Project Manager?

 
Dalla prima Rivoluzione Industriale sono stati introdotti cambiamenti radicali nell’organizzazione del lavoro e nella società. La data a cui si fa riferimento per la nascita delle moderne teorie di management è il 1911, quando Frederick Taylor pubblicò il suo trattato, “The Scientific Principles of Management”.
Frederick Taylor era un ingegnere industriale statunitense che, nei primi anni del 1900, iniziò i suoi studi sulla ricerca dei metodi per il miglioramento dell’efficienza nella produzione. Fino ad allora si riteneva che l’unico modo per incrementare la produttività fosse quello di far lavorare le risorse per più tempo e più duramente. Teorizzando un’organizzazione scientifica del lavoro, Taylor sconvolse questa convinzione. Egli aveva capito infatti, che in un’industria era fondamentale attuare un sistema di produzione che fosse finalizzato al massimo profitto, ma con il minimo della fatica e del tempo.
Durante la prima guerra mondiale, Henry Laurence Gantt (1861-1919), ingegnere meccanico, studiò il modo per ottimizzare la sequenza di lavori necessari alla costruzione della flotta navale. I suoi grafici, i celebri diagrammi di Gantt, sono ancora oggi molto utilizzati dai moderni Project Manager. Sulla base del suo lavoro, sono nati poi altri strumenti fondamentali, come quello di allocazione delle risorse e di Work Breakdown Structure (WBS), utilizzato per rappresentare la struttura delle attività di un progetto.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale e nel periodo successivo presero luce i primi veri progetti strutturati secondo una concezione moderna del Project Management. Tra questi spicca il Progetto Manhattan, lanciato dal governo degli USA con l’obiettivo di preparare ordigni atomici, che rappresenta la data simbolica della nascita del Project Management.

Il Project Management nell’età moderna

In età contemporanea sono nate diverse entità, degne di rilievo, che hanno dato un contributo fondamentale nel definire le regole per la gestione dei progetti. La prima, anche per importanza, è il Project Management Institute (PMI). Fondato nel 1969 negli USA con l’obiettivo di diffondere e rafforzare la metodologia del Project Management, è riconosciuto a livello internazionale come l’ente più autorevole in tale materia. Questa organizzazione professionale propone diversi livelli di certificazione, con crescenti livelli di complessità, che permettono di acquisire una sempre più approfondita conoscenza della disciplina. La figura dell’ingegnere gestionale si è evoluta proprio a partire dalle esigenze del mercato di una figura preparata a ricoprire ruoli di gestione ed organizzazione aziendale.   Testo a cura di Cinzia Giachelle Grafica a cura di Matilde Dalla Pasqua